ZINCO-TITANIO IN ARCHITETTURA

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2.2 SEZIONE 113 2.2. 1. Informazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 114 2.2. 2. Requisiti delle sottostrutture per rivestimenti di coperture in zintek®. . . . . . 115 2.2. 3. Fissaggio del tavolato in legno e pannelli di sottostruttura . . . . . . . . . . .122 2.2. 4. Sottostruttura metallica incombustibile per il rivestimento in zintek®. . . . . . . 124 Sottostruttura delle coperture in zintek® ESTRATTO

2.1 – Stratigrafia delle coperture – 12. Esempi di strutture di copertura per i rivestimenti in zintek® 104 Tetto con travi a vista Lo strato isolante viene posato formando un piano continuo direttamente sotto la copertura del tetto. In tal modo non si ha la formazione di ponti termici tra le travi. Nei nuovi edifici, o se si realizza una nuova copertura di tetto, questo isolamento sulle travi rappresenta una buona soluzione. 2.1. 12. ESEMPI DI STRUTTURE DI COPERTURA PER I RIVESTIMENTI IN ZINTEK® 1. Rivestimento di copertura in zintek® aggraffato 2. Stuoia a filamenti drenante antirombo sp. 8 mm 3. Tavolato in legno fugato 4. Intercapedine aerata realizzata con listelli in legno su guarnizione continua 5. Guarnizione continua 6. Membrana impermeabile traspirante 7. Isolante termoacustico 8. Freno al vapore da verificare con apposite valutazioni termo-igrometriche 9. Tavolato in legno 10. Travi strutturali 1 1 2 3 4 5 7 6 9 10 8 ESTRATTO

2.1 – Stratigrafia delle coperture – 12. Esempi di strutture di copertura per i rivestimenti in zintek® 111 1. Rivestimento di copertura in zintek® aggraffato 2. Stuoia a filamenti drenante antirombo sp. 14 mm 3. Membrana impermeabile in bitume elastomerico con pellicola esterna in alluminio 4. Pannelli in legnocemento 5. Isolante termoacustico 6. Barriera al vapore da verificare con apposite valutazioni termo-igrometriche 7. Struttura in acciaio e lamiera grecata Tetto non ventilato su pannelli in legnocemento Il tettonon ventilatohaun supportodi posa inpannelli adaltadensità in legnocemento, sui quali viene disteso direttamente il manto impermeabile. La stratigrafia è costituita da materiali incombustibili. 8 1 2 3 4 5 6 7 ESTRATTO

2.1 – Stratigrafia delle coperture – 6. Il tetto a diffusione controllata 84 Esempio di applicazione in tetti con struttura portante interclusa in acciaio e lamiera grecata Il vapore acqueo in eccesso sotto la membrana traspirante può rientrare nell’ambiente interno. Il vapore acqueo in eccesso nell’ambiente interno viene schermato dal freno al vapore. 1. Rivestimento di copertura in zintek® aggraffato 2. Stuoia a filamenti drenante antirombo 3. Tavolato in legno fugato 4. Intercapedine aerata realizzata con listelli in legno 5. Membrana impermeabile traspirante 6. Isolante termoacustico 7. Membrana igrosensibile COMPORTAMENTO TERMO-IGROMETRICO DELL’INVOLUCRO Le diverse condizioni climatiche di estate e inverno influiscono molto sul comportamento termo-igrometrico dei pacchetti isolanti e delle strutture degli edifici. In inverno, quando internamente le temperature (tra i 20 ° e i 25 °C) sono solitamente più alte rispetto all’esterno, la differenza di pressione spinge l’umidità dell’ambiente interno a uscire attraverso il pacchetto di copertura. In estate, al contrario, l’umidità esterna tende a entrare nell’edificio. Il comportamento igrometrico dell’involucro è quindi influenzato dalla posizione geografica dell’edificio, dalle condizioni ambientali esterne e interne, dal grado di escursione termica giorno-notte e dal livello di produzione di umidità degli ambienti interni. Il vapore acqueo viene smaltito grazie all’intercapedine aerata. Nei punti in cui l’isolamento è inferiore, l’eventuale eccesso di vapore acqueo può uscire verso l’intercapedine aerata. 1 2 3 4 5 6 7 ESTRATTO

2.1 – Stratigrafia delle coperture – 6. Il tetto a diffusione controllata 85 FRENO AL VAPORE SOTTO IL COIBENTE Una membrana traspirante posta sopra un coibente traspirante (ad esempio in fibre naturali o minerali) e un freno al vapore (Sd 2 metri DVA 15 g/m²/24h) posto sotto riescono a garantire il corretto passaggio di vapore in inverno, senza imbibire il coibente di umidità che potrebbe condensare con le basse temperature. In estate, l’umidità proveniente dall’esterno passa attraverso la membrana traspirante e il coibente, trovando così possibilità di asciugarsi. SENZA FRENO AL VAPORE SOTTO IL COIBENTE Non utilizzare il freno al vapore, o sostituirlo con una membrana traspirante, si tradurrebbe in un miglioramento delle prestazioni estive, con una maggiore “retro-asciugatura” interna dell’umidità, ma esporrebbe il pacchetto a un gravissimo rischio di formazione di condensa in inverno nella parte superiore (più fredda) del coibente, provocata dall’umidità proveniente dall’interno. INVERNO INVERNO ESTATE ESTATE OK OK OK X -10 / +20 °C -10 / +20 °C +40 / +50 °C +40 / +50 °C -10 / +10 °C -10 / +10 °C +25 / +35 °C +25 / +35 °C +20 / +25 °C +20 / +25 °C +20 / +25 °C +20 / +25 °C ~ 60% U.R. ~ 80% U.R. ~ 80% U.R. ~ 60% U.R. ESTRATTO

2.1 – Stratigrafia delle coperture – 8. La tenuta all’acqua 94 L’impermeabilizzazione all’acqua sotto il manto di copertura è necessaria in caso di: • lievi pendenze del tetto; • coperture in clima montano secondo la normativa UNI 10372; • coperture con pendenza inferiore a quella prevista dal sistema di rivestimento in uso (manto aggraffato con zone del tetto con pendenza < 3°; manto in scandole standard con pendenza del tetto < 25°; manto in doghe a scalino con pendenza del tetto < 12°); • coperture con carico della neve al suolo qs ≥ 3,20 KN/m2; • zone di copertura con rischio di accumulo di neve. Membrana di sottotetto impermeabile a completa tenuta La saldatura a caldo della membrana impermeabile traspirante garantisce una perfetta impermeabilizzazione all’acqua, all’aria e al vento, poiché ne sigilla i sormonti e le interruzioni. Lamembrana è preaccoppiata su ambo i lati a una spalmatura di materiale sintetico saldabile a caldo. I bordi longitudinali del rotolo sono sigillati per evitare che l’acqua risalga per capillarità attraverso il materassino di poliestere centrale. È importante installare solo prodotti nella cui scheda tecnica sia previsto e indicato l’utilizzo in una specifica pendenza di tetto. Per garantire la sigillatura in corrispondenza dei fissaggi dei listelli, è da interporre una guarnizione continua a nastro. Viene inoltre realizzata un’ulteriore impermeabilizzazione continua a nastro del listello di ventilazione, per rialzare il punto di foratura della membrana impermeabile rispetto al piano di scorrimento dell’acqua. Intercapedine aerata con profilo tubolare metallico, membrana impermeabile sormontata e guarnizione interposta. Intercapedine aerata con doppi listelli in legno, membrana impermeabile sormontata e guarnizione interposta. GUARNIZIONE IN NASTRO BUTILICO MONOADESIVO GUARNIZIONE IN NASTRO CONTINUO ESTRATTO

2.1 – Stratigrafia delle coperture – 8. La tenuta all’acqua 95 Esempio di stratigrafia con intercapedine aerata in listelli di legno. Esempio di stratigrafia con intercapedine aerata in tubolari metallici. ESTRATTO

Estratto Trattato – 5. Tipologie di graffette di fissaggio per il manto aggraffato 149 Posizione centrale Posizione di massimo scorrimento Graffetta larga per lastre profilate prodotte in acciaio inossidabile rinforzato con nervature a rilievo Valore in estrazione di 700 N/pz secondo l’omologazione: • valore di 700 N/pz con fattore di sicurezza 2,0 e fissaggio con due viti; • valore di 700 N/pz con fattore di sicurezza 3,0 e fissaggio con tre viti; • viti in acciaio inossidabile di diametro della testa > 7 mm. Graffetta larga a grande scorrimento con movimento di ± 25 mm sp. 0,4 mm parte superiore / sp. 0,6 mm piede di fissaggio. Sistema di fissaggio graffette fisse Per trasmettere alle graffette fisse le forze parallele al manto, si realizza un bloccaggio mediante bulinatura tra il bordo della lastra e la graffetta. Il sistema è necessario per manti realizzati in aggraffatura angolare e in caso di carichi di neve molto elevati (fermaneve); è consigliato in rivestimenti con aggraffatura doppia in pendenze elevate. ESTRATTO

Estratto Trattato – 5. Tipologie di graffette di fissaggio per il manto aggraffato 139 Formula per il calcolo della quantità necessaria di fissaggi (pz/m²): Quantità di f issaggi * = * fissaggio delle graffette metalliche con viti carichi del vento (kN/m²) resistenza all’estrazione del f issaggio (kN/pz) Prova di estrazione su tavolato in legno massiccio con valore di carico a rottura. Prova di estrazione su pannello in legnocemento con valore di carico a rottura. ESTRATTO

1.1 – Lo zintek® – 7 Resistenza alla corrosione 40 Compatibilità fra metalli Quando vengono posti a contatto duemetalli diversi, unmetallo e un suo composto oppure un metallo di base e alcune impurità metalliche con diverso potenziale elettrochimico, si genera una differenza di potenziale, ovvero una pila cortocircuitata nella quale i metalli fungono da elettrodi, e quello con potenziale minore si comporta da anodo e si corrode. Nella selezione dei materiali per costruzioni, quindi, è indispensabile porre la massima attenzione a qualsiasi contaminazione chimica possibile da parte del substrato o di materiali adiacenti. Ciò vale in particolare per la progettazione di lamiere su calcestruzzo umido o fresco, per l’impermeabilizzazione bituminosa a vista, per i tetti verdi e per i rivestimenti in legno di copertura e facciata. L’ambiente causa principalmente corrosioni di natura chimica o galvanica, legate rispettivamente al pH e all’umidità. In ambienti con alta resistività, la corrosione risulta limitata alla zona anodica vicina alla giunzione con l’area catodica. Per tale motivo, questo tipo di corrosione è particolarmente grave in presenza di acqua di mare ma non di acqua dolce, che ha una conducibilità di almeno due ordini di grandezza più bassa. La corrosione galvanica, legata alla nobiltà relativa dei due metalli, sarà tantomaggiore quanto piùdistanti sono gli elementi nella scala di potenziali standard o scala galvanica. Duemateriali si possono invece definire “galvanicamente compatibili” se si trovano vicini nelle serie galvaniche. Quandoduemetalli conpotenziale di tensione differente vengono in contatto e l’acqua piovana funge da elettrolita, si verifica una corrosione elettrochimica. L’entità della corrosione dipende dalla differenza di potenziale di tensione fra i metalli adiacenti e dalla loro esposizione superficiale. Anche la direzione del flusso dell’acqua piovana, infatti, influenza il processo di corrosione, benché questo fattore sia spesso sottovalutato nella pratica: la presenza di elettroliti nell’acqua genera un elemento galvanico e la corrente scorre dall’anodo al catodo, corrodendo il metallo meno nobile. 1.1. 7. RESISTENZA ALLA CORROSIONE Scala dei potenziali di tensione dei materiali ESTRATTO

1.1 – Lo zintek® – 7 Resistenza alla corrosione 41 Compatibilità framateriali per l’applicazione e la realizzazione di rivestimenti di copertura e facciata, lattonerie, sottostrutture e sistemi di fissaggio: Materiale con massa prevalente Alluminio Al Piombo Pb Rame e sue leghe Zinco-titanio Zn-Ti Acciaio inossidabile a) Acciaio zincato Alluminio Sì Sì No Sì Sì b) Sì Piombo Sì b) Sì Sì Sì Sì Sì Rame e sue leghe No Sì Sì No Sì No Zinco-titanio Sì Sì No Sì Sì Sì Acciaio inossidabile a) No Sì Sì No Sì No Acciaio zincato Sì Sì No Sì Sì b) Sì a) Acciai inossidabili austenitici: Le proprietà dell’acciaio inossidabile possono essere modificate grazie all’aggiunta di altri metalli alla lega, in modo da resistere agli influssi delle diverse zone d’impiego. I principali componenti sono: cromo, nichel, molibdeno e titanio. La resistenza alla corrosione degli acciai inossidabili dipende dalla presenza sulla superficie di uno strato di ossidi, detto strato passivo. L’acciaio al nichel-cromo è il più adatto per accessori e sistemi di fissaggio. Per le canne fumarie e le lamiere nelle immediate vicinanze, tuttavia, per far fronte al carico di zolfo dovrebbe essere garantita una maggiore resistenza alla corrosione, scegliendo una lega con aggiunta di molibdeno. Ancoraggi di acciai inossidabili devono essere almeno di qualità A4 (con molibdeno minimo 2%). Gli acciai inossidabili ferritici sono magnetici, e hanno un uso limitato in copertura, lattoneria e facciata. b) Il contatto tra questi metalli è possibile solo in ambienti asciutti senza ristagni di acqua di umidità e/o condensa. Copertura realizzata con il rivestimento aggraffato in zinco-titanio zintek® in ambiente industriale. ESTRATTO

3.1 – Sistemi di rivestimento in copertura – 5. Sistema con doghe a scalino 204 1 4 11 2a 3a 5 6a Tetto ventilato con supporto in metallo-legno L’intercapedine aerata è costituita da listelli in legno sui quali viene fissato il supporto metallico delle doghe a scalino. Tra le doghe e il supporto viene interposta una stuoia a filamenti. Rivestimento di copertura in doghe a scalino zintek® Stuoia a filamenti drenante antirombo sp. 8 mm Lamiera piegata di supporto su listelli in legno, intercapedine aereata Membrana impermeabile traspirante Strato isolante termoacustico Freno al vapore Canali in zintek® 1. 2a. 3a. 4. 5. 6a. 11. ESEMPI DI STRATIGRAFIE CON MANTO IN DOGHE 1 ESTRATTO

3.1 – Sistemi di rivestimento in copertura – 5. Sistema con doghe a scalino 206 Esempi schemi di posa Giunto singolo Giunto singolo ridotto Giunto doppio A B C C Foto campione Scuola Zintek. A B ESTRATTO

3.2 – Dettagli e raccordi in copertura – 2. Raccordo del rivestimento di copertura alla gronda 219 Gronda incassata con raccordo aggraffato alla facciata di rivestimento aggraffato Gronda incassata con raccordo di scossalina alla facciata di rivestimento aggraffato 1 2 3 4 5 6 7 1 2 3 4 5 6 7 6 7 ESTRATTO

3.2 – Dettagli e raccordi in copertura – 3. Colmo e cantonale (displuvio) 231 Sormonto coperchio al risvolto di raccordo ≥ 100 mm con altezza del raccordo in funzione della pendenza di falda: • pendenza ≥ 20° = altezza ≥ 40 mm; • pendenza < 20° = altezza ≥ 60 mm. Altezza del raccordo in funzione della pendenza di falda: • pendenza ≥ 20° = altezza ≥ 40 mm; • pendenza < 20° = altezza ≥ 60 mm. * Colmo aerato con sottostruttura di supporto in metallo per tetto ventilato con stratigrafia costituita da materiali incombustibili Colmo aerato in una direzione con chiusura a distanza dalla mantovana laterale ≥ 30 ≥ 40 Spazio di movimento per compensare la dilatazione termica delle lastre; con lunghezza delle lastre maggiore di 10 m è necessario portarlo a un valore ≥ 20 mm. ≥ 15* ≥ 15* 45 65 ≥ 100 ≥ 100 ≥ 250 ≥ 100 ≥ 40 ≥ 60 ≥ 30 ≥ 30 3° 3 4 ESTRATTO

3.1 – Sistemi di rivestimento in copertura – 3. Giunti trasversali nel rivestimento aggraffato 184 3.1. 3. GIUNTI TRASVERSALI NEL RIVESTIMENTO AGGRAFFATO Nel sistema di rivestimento aggraffato, le lastre si fissano con graffette fisse e scorrevoli. Mediante l’impiego di graffette a grande scorrimento, si possono realizzare falde in un’unica lastra fino a una lunghezza di 17 m. Se la lunghezza di falda è maggiore di 17 m, è necessario prevedere dei giunti trasversali allineati che consentano ladilatazionee lo scorrimentodelle lastre. I giunti trasversali dovranno essere tra loro allineati, poiché, per attrito, la giunzione longitudinale in aggraffatura doppia non consente la dilatazione termica differenziata tra le lastre. Le graffette non vanno mai installate in corrispondenza dei giunti trasversali e del sormonto tra le due lastre. Esempi di posa con giunzione longitudinale in aggraffatura doppia GIUNTI SFALSATI DI 300 mm Lunghezza falda ≤ 17 m per giunti longitudinali in aggraffatura doppia che non consentono il movimento del giunto trasversale. Lunghezza falda > 17 m per giunti lingitudinali in aggraffatura angolare. Per evitare la formazione di ispessimenti nel materiale si consiglia di realizzare i giunti trasversali sfalsati di almeno 300 mm. GIUNTI ALLINEATI I giunti allineati consentono di compensare la dilatazione longitudinale sia per l’aggraffatura doppia sia per l’aggraffatura angolare. GIUNTI SFALSATI Giunto longitudinale in aggraffatura doppia o aggraffatura angolare Giunto trasversale con bandella di aggancio o aggancio semplice A A A B B B A B ESTRATTO

3.1 – Sistemi di rivestimento in copertura – 3. Giunti trasversali nel rivestimento aggraffato 185 Tipologie di giunti trasversali e pendenze necessarie per un rivestimento impermeabile alla pioggia battente Tipologia Sormonto Pendenza della falda richiesta Pendenza della falda con impermeabilizzazione all’acqua di secondo livello rif. cap. 2.1.8 e 2.1.11 Dilatazione Giunto a scalino con rialzo parallelo ≥ 100 mm ≥ 7° (12,3%) ≥ 3° (5,2%) molto buona Giunto a scalino con cuneo ≥ 100 mm ≥ 10° (17,6%) ≥ 10° (17,6%) ridotta Giunto trasversale con bandella di aggancio stagnata e stuoia a filamenti drenante inserita nel sormonto ≥ 240 mm ≥ 10° (17,6%) ≥ 5° (8,7%) buona ≥ 170 mm ≥ 20° (36,4%) ≥ 20° (36,4%) buona Giunto trasversale semplice 50 mm ≥ 30° (57,7%) ≥ 20° (36,4%) ridotta Giunto trasversale in aggraffatura doppia e impermeabilizzazione con nastro autoespandente 30 mm ≥ 7° (12,3%) ≥ 3° (5,2%) non possibile ESTRATTO

3.2 – Dettagli e raccordi in copertura – 6. Raccordo a pareti e corpi emergenti 255 Dettaglio del corpo emergente con conversa prefabbricata. Dettaglio della conversa in zintek® Marrone Terra Naturale. LEGENDA 1. Rivestimento di copertura in zinco-titanio zintek® Marrone Terra Naturale 2. Stuoia a filamenti drenante antirombo 3. Membrana impermeabile adesiva con finitura antiscivolo 4. Pannello in legnocemento ad alta densità sp. 3 cm 5. Lamelle in zintek® prepatinato 6. Rete anti-insetto 7. Coperchio in zintek® prepatinato, smontabile per manutenzione 1 7 6 5 2 3 4 ESTRATTO

7.1 – Tecniche di lattoneria – 7. Converse a corpi emergenti in copertura 443 CONVERSA LATERALE CORPO EMERGENTE SEMIROTONDA IN AGGRAFFATURA DOPPIA rif. cap. 3.2 5-15° LUCERNARI 25-35° 15-25° Cod. 06.4 Dime metalliche da utilizzare per la realizzazione della conversa del corpo emergente: 1. scelta della tipologia di dima in funzione della pendenza di falda; 2. tracciamento e taglio dei raccordi; 3. bordatura con martello su dima di supporto; 4. preassemblaggio dei singoli elementi su banco di lavoro con la tecnica dell’aggraffatura; 5. impermeabilizzazione delle giunzioni aggraffate con brasatura dolce in lega di stagno. Questa variante consente un buon deflusso dell’acqua grazie al raccordo semirotondo superiore. Con questa tipologia è possibile preformare in officina gli elementi laterali e il raccordo superiore. Per fotografie e dettagli di esempio, fare riferimento al capitolo 3.2. 5. ESTRATTO

3.2 – Dettagli e raccordi in copertura – 4. Sistemi di realizzazione dei compluvi 238 Tipologia Sormonto Pendenza della falda richiesta Pendenza della falda con impermeabilizzazione all’acqua di secondo livello (rif. cap. 2.1.8 e 2.1.11) Dilatazione Compluvio incassato con una profondità ≥ 60 mm ≥ 100 mm ≥ 7° (12,3%) ≥ 3° (5,2%) molto buona Compluvio incassato con una profondità ≥ 30 mm ≥ 100 mm ≥ 20° (36,4%) ≥ 20° (36,4%) buona Compluvio con bandella di aggancio e stuoia a f ilamenti drenante inserita nel sormonto o piegata con funzione di drenaggio ≥ 240 mm ≥ 10° (17,6%) ≥ 7° (12,3%) buona ≥ 170 mm ≥ 20° (36,4%) ≥ 20° (36,4%) buona Compluvio con aggraffatura semplice 50 mm ≥ 30° (57,7%) ≥ 30° (57,7%) ridotta Giunto trasversale in aggraffatura doppia e impermeabilizzazione con nastro autoespandente 30 mm ≥ 7° (12,3%) ≥ 3° (5,2%) non possibile Nel caso sia necessaria, per lunghezze elevate, una giunzione trasversale dei compluvi, essa dovrà essere saldata per pendenze tra i 3° e i 10° e realizzata con giunto trasversale a bandella di aggancio per pendenze oltre i 10°. ESTRATTO

3.2 – Dettagli e raccordi in copertura – 4. Sistemi di realizzazione dei compluvi 239 Tale soluzione prevede una specifica predisposizione nella sottostruttura e offre la maggiore sicurezza per quanto riguarda: • riparo dalla penetrazione d’acqua di ristagno; • spazio di movimento per la compensazione delle dilatazioni termiche delle lastre e della lattoneria di compluvio. Compluvio incassato con una profondità ≥ 30 mm per falde di copertura con pendenza ≥ 20° Compluvio incassato con una profondità di ≥ 60 mm ≥ 15* ≥ 100 ≥ 100 ≥ 150 ≥ 150 ≥ 60 ≥ 30 * Spazio di movimento per compensare la dilatazione termica delle lastre; con lunghezza delle lastre maggiore di 10 m è necessario portarlo a un valore ≥ 20 mm. 1 2 ESTRATTO

4.1 – Sistemi di raccolta e scarico acque meteoriche – 9. Dimensionamento delle gronde e pluviali di scarico 284 4.1. 9. DIMENSIONAMENTO DELLE GRONDE E DEI PLUVIALI DI SCARICO Il dimensionamento degli scarichi dipende dal luogo di installazione e quindi dai dati pluviometrici della zona, dalla tipologia di copertura e dalla dimensione delle falde (per questi aspetti, fare riferimento alla normativa EN 12056-3 e alla vasta letteratura tecnica di riferimento). Il dimensionamento dei pluviali e delle grondaie dipende dall’intensità delle precipitazioni, dalla superficie del tetto e dal valore di scarico (pendenza, condizione della superficie). Per il calcolo si considerano le misure nette delle sezioni interne e le quantità di precipitazioni riportate nelle normative locali e definite in litri al secondo per ettaro: l/(s*ha). La dimensione della grondaia viene associata al pluviale secondo le verifiche di calcolo e progettazione in riferimento alla normativa EN 12056-3 (sistemi per l’evacuazione delle acque meteoriche) e alla normativa EN 612. Calcolo della portata di scorrimento di acque meteoriche Q = r * A * C dove: Q è la portata d’acqua in litri al secondo (l/s) r è l’intensità di precipitazione, in litri al secondo per ettaro l/(s*ha) A è l’area effettiva della copertura in ettari (ha) C è il coefficiente di scorrimento della copertura Valori generici di intensità di precipitazione Intensità di precipitazione 1 (1) 2 3 (2) r (3) 300 l/s (s*ha) 400 l/s (s*ha) 500 l/s (s*ha) (1) Per aree con scarse precipitazioni (2) Per aree con abbondanti precipitazioni e nevicate (3) La precipitazione presa in esame per il calcolo è normalmente l’intensità della pioggia regionale con durata di cinque minuti, prevista una volta ogni cinque anni ESTRATTO

4.1 – Sistemi di raccolta e scarico acque meteoriche – 9. Dimensionamento delle gronde e pluviali di scarico 285 Nelle tabelle seguenti sono riportati i dati per il dimensionamento di pluviali e gronde in funzione della superficie di copertura da scaricare, con ampio margine di sicurezza e di rapida lettura. Tabella per precipitazioni di 300 l/s (s*ha) Superficie tetto da collegare con precipitazioni max r = 300 l/(s*ha) Pluviali Grondaia correlata Semicircolare A cassetta Scarico acqua piovana (Q) Grandezza nominale (diametro) Sezione Grandezza nominale (sviluppo) Sezione della grondaia Grandezza nominale (sviluppo) Sezione della grondaia m2 l/s mm cm2 mm cm2 mm cm2 37 1,1 60 28 200 25 200 28 57 1,7 70 38 – – – – 83 2,5 80 50 250 43 250 42 150 4,5 100 79 333 92 333 90 243 7,3 120 113 400 145 400 135 270 8,1 125 122 – – – – 443 13,3 150 177 500 245 500 220 Tabella per precipitazioni di 500 l/s (s*ha) – Rappresentazione semplificata Superficie tetto fino a Pluviale (diametro) Formato grondaie (sviluppo) m2 mm mm 24 60 200 52 80 250 / 285 94 100 333 152 120 400 276 150 500 ESTRATTO

4.1 – Sistemi di raccolta e scarico acque meteoriche – 6. Giunti per la compensazione di dilatazione termica di grondaie 276 4.1. 6. GIUNTI PER LA COMPENSAZIONE DELLA DILATAZIONE TERMICA NELLE GRONDAIE I metalli utilizzati per il sistema di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche sono soggetti a dilatazione e contrazione termica. Nella progettazione e realizzazione delle grondaie è quindi necessario consentire la dilatazione termica dei materiali e della loro struttura in funzione delle variazioni di temperatura. Secondo la normativa UNI 10724, si deve considerare una differenza di temperatura di 80 K indicativamente da -20 ° a +60 °C. Tali temperature variano comunque in funzione del luogo di installazione, dell’altitudine, dell’orientamento e dell’esposizione solare. Per i valori dei coefficienti di dilatazione termica lineare, si rimanda al capitolo 2.4.1 – Informazioni generali – Azioni termiche per i rivestimenti zintek® in copertura. Tutte le giunzioni e i fissaggi devono essere eseguiti in modo da permettere ai componenti del sistema di gronda di allungarsi e contrarsi al variare della temperatura. A tale scopo, si consiglia di mantenere una lunghezza sempre minore di 10 m per i tratti di gronda esposta. Per lunghezze maggiori è necessario prevedere giunti di dilatazione. Nella tabella seguente sono riportati i valori indicativi massimi di distanza tra giunti di dilatazione in gronde esterne e gronde interne. Per il giunto di dilatazione si considera una possibilità di movimento ≥ 20 mm. Componente Distanza Grondaie sospese poste all’esterno della falda 10,0 m Grondaie poste all’interno della falda 8,0 m I valori sopra riportati vanno dimezzati nella distribuzione dei giunti nelle zone d’angolo e nei punti fissi di scarico nelle gronde interne. Interasse dei giunti nei tratti lineari. Interasse dei giunti per gli angoli esterni. Interasse dei giunti per gli angoli interni. ≤ 10 M ≤ 5 M ≤ 5 M ESTRATTO

4.1 – Sistemi di raccolta e scarico acque meteoriche – 6. Giunti per la compensazione di dilatazione termica di grondaie 277 TIPOLOGIE DI GIUNTI DI DILATAZIONE NELLE GRONDAIE: 1. Giunto meccanico a doppia testata nel punto più alto della pendenza di gronda Posizionamento del giunto tra le due testate. Dettaglio giunto gronda interna. Giunto realizzato. Giunto di gronda interna in fase di realizzazione. (da completare con nastro sigillante e copertina in zintek®) Allineamento della gronda tramite i tiranti. Nastro sigillante elastico: - film in polietilene; - colla butilica; - liner siliconico pretagliato. 1 3 2 1b. Esempio di realizzazione per grondaia esterna con tirante interno 1c. Esempio di realizzazione per grondaia interna 1a. Esempio di realizzazione per grondaia esterna con cicogne di supporto ESTRATTO

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4.2 SEZIONE 287 4.2. 1. Informazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 288 4.2. 2. Tipologie di realizzazione del gocciolatoio. . . . . . . . . . . . . . . . . . 289 4.2. 3. Realizzazione del frontone su tetti con manto in tegole e coppi. . . . . . . . . . . . . . . 290 4.2. 4. Realizzazione di copertine murarie. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 292 4.2. 5. Compensazione della dilatazione longitudinale dovuta alle azioni termiche. . . 295 4.2. 6. Esecuzione delle giunzioni d’angolo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 299 4.2. 7. Gocciolatoi di bordo e dimensioni per la realizzazione. . . . . . . . . . . . 301 Frontoni e copertine ESTRATTO

4.2 – Frontoni e copertine – 1. Informazioni generali 288 4.2. 1. INFORMAZIONI GENERALI I frontoni rappresentano le chiusure laterali della copertura, mentre le copertine proteggono dall’acqua la testa dei muri e i rivestimenti di facciata. Le zone di bordo sono infatti particolarmente esposte a vento e pioggia: sotto la pressione del vento, l’acqua tende a salire lungo la facciata; lo sporto di copertura e il sormonto tra frontone e facciata proteggono la zona di raccordo. La forma e la tipologia di chiusura dei bordi determinano la resistenza all’azione del vento: maggiore è l’altezza del bordo frontone rispetto al piano di falda e minori sono le forze di estrazione esercitate sul rivestimento di copertura in zona di bordo. Nelle zone di bordo è importante prestare attenzione al numero e alla tipologia dei fissaggi. Il vento vorticoso in zona di bordo copertura. Influenza delle azioni del vento in zona di raccordo tra copertura e facciata. direzione del vento direzione del vento ESTRATTO

4.2 – Frontoni e copertine – 2. tipologie di realizzazione del gocciolatoio 289 4.2. 2. TIPOLOGIE DI REALIZZAZIONE DEL GOCCIOLATOIO Nel progettare la geometria del gocciolatoio è importante tenere conto delle forze di adesione superficiali che ostacolano il distacco dell’acqua dalla superficie metallica. L’acqua che scorre lungo una superficie verticale tenderà a rimanere adesa alla superficie anche nei cambi di direzione; il distacco delle molecole d’acqua dalla superficie curva avviene quando si raggiunge il punto nel quale il peso dell’acqua (massa * gravità) è maggiore della forza di adesione superficiale. La forza di adesione superficiale varia da metallo a metallo, e con essa quindi, a parità di geometria, varia anche il punto di distacco. Dal momento del distacco, a causa della sua velocità di scorrimento il film d’acqua prosegue lungo una direzione tangenziale e secondo un percorso parabolico che tende a portarlo verso la parete. Acqua meteorica (film d’acqua sulla superficie del metallo) L’immagine mostra il dettaglio del gocciolatoio la cui forma è sfavorevole all’allontanamento dell’acqua dalla facciata. Tipologie di gocciolatoi ≥ 20 ≥ 20 ≥ 5 ≥ 20 Gocciolatoio scatolato. Gocciolatoio con chiusura angolare. Gocciolatoio con chiusura schiacciata. ESTRATTO

5.3 – Sistema di supporto pannelli solari – 3. Sistema di fissaggio su rivestimenti aggraffati in copertura 332 5.3. 3. SISTEMI DI FISSAGGIO SU RIVESTIMENTI AGGRAFFATI IN COPERTURA Il fissaggio dei pannelli solari al rivestimento aggraffato di copertura in zintek® avviene per mezzo di morsetti di aggancio che permettono di non utilizzare fissaggi passanti, per garantire funzionalità e continuità del rivestimento e permettere la sua dilatazione termica. Anche l’eventuale orditura metallica di supporto dei pannelli è ancorata ai morsetti mediante sistemi di fissaggio scorrevoli, che consentono al profilo il necessario movimento. I valori ammessi dal sistema di fissaggio del manto aggraffato devono essere superiori ai carichi trasmessi dai pannelli solari e dalla sua struttura di supporto. Caratteristiche tecniche del morsetto di aggancio: • la pressione della morsa si esercita solo sui fianchi del bordo aggraffato; • presenza di un gancio di trattenuta al di sotto del bordo aggraffato, contro l’estrazione anche nel caso di leggero allentamento nel tempo del dado e di vibrazioni dovute a forti intemperie; • angolo aperto per la dilatazione trasversale del rivestimento (11° + 15°, come indicato nel disegno esemplificativo); • consente il montaggio sia in zona con graffette fisse sia in zona con graffette scorrevoli; • viene installato con i controganci posti dalla parte del risvolto aggraffato; • il serraggio dei dadi avviene con chiave dinamometrica, secondo i valori riportati su scheda tecnica del prodotto. 11° 15° Esempio di sistema di morsetto per il fissaggio di pannelli fotovoltaici su aggraffatura, che permette la dilatazione termica trasversale e longitudinale al rivestimento di copertura. ESTRATTO

5.3 – Sistema di supporto pannelli solari – 3. Sistema di fissaggio su rivestimenti aggraffati in copertura 333 forza di estrazione dovuta ai carichi di vento sull’impianto solare (kn/mq) Resistenza all’estrazione delle graffette di fissaggio o del morsetto di supporto (considerare il valore minore) kn/pz = Quantità di morsetti necessari (pz/mq) Nell’utilizzo di strutture di supporto per pannelli solari che prevedano l’utilizzo di morsetti di aggancio su rivestimenti aggraffati, è sempre necessario effettuare una verifica della compatibilità dei carichi tra i due sistemi, poiché le azioni del singolo morsetto vengono trasmesse alla struttura portante attraverso tutta la stratigrafia di copertura, con i relativi fissaggi. La verifica strutturale può essere eseguitamediante certificati completi di laboratorio o per mezzo di relazioni di calcolo sulla base delle resistenze dei singoli componenti (pannelli solari, morsetti, tipologia e materiale di rivestimento, graffette e relativi fissaggi, tipologia di supporto continuo e relativi fissaggi alla struttura portante). In mancanza di un corretto dimensionamento del sistema pannelli rivestimento, i carichi eccessivi sul singolo morsetto possono provocare la rottura del bordo aggraffato e in alcuni casi anche l’estrazione del rivestimento, assieme alle graffette di aggancio. La giunzione longitudinale del rivestimento in aggraffatura doppia può essere sottoposta, in qualsiasi punto, a una sollecitazione massima che viene trasmessa alla struttura sottostante. Per dimensionare e verificare la quantità di morsetti necessari, si considera il valoreminimo di resistenza all’estrazione nella graffetta di fissaggio e della resistenza in aggancio del morsetto sul bordo dell’aggraffatura. Sulla base di prove di laboratorio, il produttore di morsetti e graffette di fissaggio fornisce indicazioni sui carichi permanenti (peso proprio dei pannelli e sottostruttura) e accidentali (carichi di neve, vento e carico di manutenzione) che il sistema può assorbire in termini di estrazione, di resistenza alla compressione e di resistenza allo scivolamento in direzione della falda. Si consiglia di prendere in esame i valori delle prove di resistenza relativi alla combinazione di carico più sfavorevole, assicurandosi che le deformazioni dovute ai carichi rimangano nel campo elastico dei materiali senza deformazioni permanenti. Nel caso di moduli solari installati che non siano complanari alla falda del tetto, il carico di estrazione dovuto alle azioni del vento sarà superiore rispetto a quanto avviene per gli impianti montati in adiacenza. Verifica e dimensionamento della quantità di morsetti necessari: ESTRATTO

5.3 – Sistema di supporto pannelli solari – 3. Sistema di fissaggio su rivestimenti aggraffati in copertura 334 Morsetto ribassato a supporto diretto senza orditura metallica 1 40 Il morsetto è dotato di una piastra diretta di appoggio del pannello e consente di ridurre al minimo la distanza tra rivestimento di copertura e pannello fotovoltaico, per una maggiore integrazione visiva. ESTRATTO

5.3 – Sistema di supporto pannelli solari – 3. Sistema di fissaggio su rivestimenti aggraffati in copertura 335 Morsetto di supporto con orditura metallica 2 75 L’orditura metallica viene ancorata su morsetti di appoggio. L’aggancio tra morsetti e profili deve consentire la dilatazione termica dell’orditura ed evitare di trasmettere forze trasversali al manto aggraffato. Si consiglia di utilizzare profili di lunghezza ≤ 3 m con giunti a scorrimento. ESTRATTO

5.3 – Sistema di supporto pannelli solari – 3. Sistema di fissaggio su rivestimenti aggraffati in copertura 336 Morsetto ribassato a supporto diretto senza orditura metallica. Morsetto ribassato a supporto diretto con orditura metallica. Morsetto a supporto diretto senza orditura metallica. ESTRATTO

Parafulmine installato su linea di colmo. Parafulmine installato in zona di gronda a ridosso della linea fermaneve. Asta di captazione in alluminio con linea di messa a terra. 5.3 – Sistema di supporto pannelli solari – 4. Protezione contro i fulmini e le sovratensioni negli impianti fotovoltaici 337 5.3. 4. PROTEZIONE CONTRO I FULMINI E LE SOVRATENSIONI NEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI Il sistema di protezione dalle scariche atmosferiche può essere collegato direttamente al rivestimento aggraffato di copertura con morsetti puntuali, senza fori e interruzione della continuità del manto. Per la realizzazione della rete di captazione e per il collegamento dei pannelli fotovoltaici, si raccomanda l’uso dimateriali e accessori compatibili con il rivestimento in zinco-titanio zintek® (come acciaio zincato, acciaio inossidabile, alluminio). Non è consentito l’impiego di materiali come il rame e le sue leghe. ESTRATTO

6.1 – Stratigrafia delle facciate ventilate – 5. Protezione dalla propagazione del fuoco per le facciate ventilate 354 6.1. 5. PROTEZIONE DALLA PROPAGAZIONE DEL FUOCO PER LE FACCIATE VENTILATE Al fine di limitare la propagazione dell’incendio lungo le facciate degli edifici, sono stati sviluppati regolamenti, guide tecniche e normative specifiche a cui fare riferimento. Il progettista antincendio definisce i requisiti tecnici della facciata in funzione della tipologia di edificio, della destinazione d’uso, dei carichi di incendio previsti e della distribuzione dei compartimenti. In generale è preferibile l’impiego in facciata di materiali incombustibili; qualora si fosse in presenza di materiali combustibili, è possibile limitare la propagazione dell’incendio in facciata attraverso l’inserimento di fasce in materiale incombustibile, nel rispetto delle normative vigenti. In caso di incendio, in corrispondenza delle finestre si raggiungono anche temperature di 900 °C, e senza una sufficiente protezione le fiamme potrebbero penetrare nell’intercapedine aerata. L’uso di barriere tagliafuoco protegge da questo rischio. 1. 2. 3. In linea generale, si possono descrivere tre scenari tipici di propagazione di incendio sul sistema di facciata dell’edificio: 1. propagazione dell’incendio dall’esterno per irraggiamento con tizzoni volanti da edifici contigui; 2. propagazione dell’incendio dall’esterno da fonti di incendio poste nelle vicinanze, per irraggiamento oppure per esposizione diretta alle fiamme (rifiuti sui balconi, autovetture parcheggiate ecc.); 3. propagazione dell’incendio all’interno dell’edificio attraverso le aperture nella facciata (finestre, porte ecc.). ESTRATTO

6.1 – Stratigrafia delle facciate ventilate – 5. Protezione dalla propagazione del fuoco per le facciate ventilate 355 Cielino finestra con barriera metallica tagliafuoco e ventilazione frontale. Cielino finestra senza barriera tagliafuoco e con ventilazione dal basso: le fiamme si propagano all’interno della intercapedine aerata. Barriera taglia-fuoco in acciaio zincato o acciaio inossidabile sp. min. 1,0 mm. D1 Barriere tagliafuoco orizzontali e/o verticali nell’intercapedine aerata possono essere installate anche a ogni piano o a ogni secondo piano, sulla base della valutazione del rischio antincendio. Secondo il regolamento FVHF e la normativa DIN 18515-1, la dimensione totale delle aperture nelle barriere tagliafuoco deve essere limitata a 100 cm²/m di parete. Le barriere tagliafuoco garantiscono l’interruzione della propagazione dell’incendio per un tempo di 30 o 60 minuti, in funzione della tipologia di applicazione e delle caratteristiche del sistema utilizzato. La larghezza libera dell’intercapedine aerata non deve superare i 50 mm per facciate con sottostruttura in legno e i 150 mm per facciate con sottostruttura metallica. ESTRATTO

6.1 – Stratigrafia delle facciate ventilate – 5. Protezione dalla propagazione del fuoco per le facciate ventilate 358 Barriera tagliafuoco metallica Secondo il regolamento FVHF Germania e la normativa DIN 18515-1, la barriera tagliafuoco deve essere realizzata con lamiera in acciaio zincato o acciaio inossidabile di spessore ≥ 1,0mm posata nell’intercapedine di aerazione. La barriera tagliafuoco all’interno dell’intercapedine viene posizionata a una distanza ≤ 10 mm dal filo interno del rivestimento e garantendo comunque il corretto flusso d’aria della facciata ventilata. Coibentazione a pannello rigido classe A1 Punto di fusione > 1.000 °C, Densità > 40 Kg/m3 Spessore massimo 360 mm Barriera al fuoco in lamiera in acciaio zincato Spessore ≥ 1,0 mm Barriera al fuoco in lamiera in acciaio zincato Spessore ≥ 1,0 mm ≤ 10 mm ESTRATTO

6.1 – Stratigrafia delle facciate ventilate – 5. Protezione dalla propagazione del fuoco per le facciate ventilate 359 Barriera tagliafuoco metallica sporgente La barriera tagliafuoco sporgente impedisce la propagazione del fuoco all’interno dell’intercapedine e, grazie alla sporgenza dal rivestimento, limita la propagazione delle fiamme ai piani superiori. Secondo il regolamento OEFHF AUSTRIA e sulla base degli studi effettuati, sono state elaborate analisi dettagliate per raggiungere gli obiettivi di protezione. Esempio di realizzazione di una barriera tagliafuoco con rivestimento in materiale incombustibile (zinco-titanio zintek®) in corrispondenza dell’angolo interno di facciata Barriera tagliafuoco sporgente in lamiera in acciaio zincato o acciaio inossidabile spessore ≥ 1,0 mm rivestita in zintek® a ≥ 100 ≥ 100 ≥ 200 ≥ 200 > 1.000 < 1.000 ≥ 500 A – sporgenza della barriera tagliafuoco metallica dal rivestimento di facciata con funzione di protezione dalla propagazione delle fiamme, da definire in fase di progetto antincendio ESTRATTO

6.3 – Sistema di rivestimento facciata ventilata – 2. Sistema di rivestimento aggraffato 370 6.3. 2. SISTEMA DI RIVESTIMENTO AGGRAFFATO Nel sistema di rivestimento in lastre aggraffate, la scelta dell'orientamento delle giunzioni longitudinali (verticali, orizzontali, oblique) dipende dal risultato estetico che si vuole ottenere. Il rivestimento in aggraffato consente infatti l’intervento su superfici complesse e garantisce ampia flessibilità progettuale grazie alla combinazione di elementi variabili quali la lunghezza e la larghezza delle lastre, e quindi l’interasse dei giunti longitudinali e dei giunti trasversali (allineati o sfalsati). Generalmente, nei rivestimenti di facciata si impiega la giunzione in aggraffatura angolare, una variante dell’aggraffatura doppia nella quale si evita di eseguire l’ultima chiusura della giunzione. L’aggraffatura angolare ha un maggiore impatto estetico rispetto all'aggraffatura doppia, e garantisce un’ottimale compensazione delle dilatazioni termiche. Rivestimento in lastre di zinco-titanio zintek® a giunti orizzontali e inclinati in aggraffatura angolare con raccordo alla facciata continua. ESTRATTO

7.1 – Tecniche di lattoneria – 11. Raccordi parete - tetto 448 7.1. 11. RACCORDI PARETE-TETTO RACCORDO PARETE-TETTO CON SCOSSALINA rif. cap. 6.3 Cod. 10.1 Spazio di movimento necessario per compensare la dilatazione termica delle lastre di copertura. Con lunghezza delle lastre maggiore di 10 m è necessario portarlo a un valore ≥ 20 mm. * * Dettaglio di raccordo che consente la dilatazione termica del rivestimento di copertura in lastre aggraffate. ESTRATTO

Estratto Trattato – 3. Sistema di rivestimento a scandole 382 Rivestimento di facciata ventilata in scandole realizzato su supporto in metallo Con l'impiego di sottostrutture metalliche incombustibili e l'utilizzo di isolanti in classe di reazione al fuoco a1, la stratigrafia risponde ai requisiti di resistenza al fuoco. 3a 1. Rivestimento di facciata in scandole rettangolari zintek® 2. Supporto continuo in lamiera grecata 3. Isolante termoacustico preaccoppiato con velo minerale nero o isolante a doppia densità 4. Staffe metalliche con fissaggio a parete 5. Profili metallici di supporto alla lamiera grecata 6. Struttura portante 1 6 5 4 2 3 ESTRATTO

Estratto Trattato – 3. Sistema di rivestimento a scandole 381 Caratteristiche del sistema • forte impatto visivo e possibilità di rivestire geometrie costruttive complesse; • singoli elementi di dimensioni e geometria liberamente adattabili al progetto; • lunghezza massima consigliata della scandola fino a 2,0 m (in casi particolari può essere portata al valore massimo di 3,0 m); • larghezza consigliata delle scandole ≤ 500 mm; • spessore dello zinco-titanio 0,7 – 0,8 – 1,00 mm; • massima libertà nella personalizzazione del rivestimento; • sormonto con risvolto agganciato e fissaggi indiretti con linguette a scomparsa. Sottostruttura Il rivestimento di parete realizzato con il sistema in scandole rientra nella categoria dei sistemi non autoportanti. Le scandole vengono installate su un supporto continuo in legno (strati di tavole parallele o pannelli) o su supporto continuo metallico in lamiera grecata. Compensazione delle dilatazioni termiche Nel rivestimento a scandole, le dilatazioni termiche del materiale vengono gestite e assorbite da ogni singola “tessera” di facciata. Le variazioni di lunghezza e larghezza delle scandole vengono compensate dai giunti longitudinali e trasversali in aggancio semplice. Scandole rettangolari con direzione inclinata e giunti con sfalsamento costante Continuità del giunto longitudinale sulla testata di facciata ESTRATTO

6.3 – Sistema di rivestimento facciata ventilata – 3. Sistema di rivestimento a scandole 390 Dettagli costruttivi di esempio rivestimento a scandole SEZIONI ORIZZONTALI D1A D2A D3A D3B D2B D1B Dettaglio angolo interno D1 Dettaglio angolo esterno D3 Dettaglio raccordo laterale a serramento D2 ESTRATTO

6.3 – Sistema di rivestimento facciata ventilata – 3. Sistema di rivestimento a scandole 391 Dettagli costruttivi di esempio rivestimento a scandole SEZIONI VERTICALI Dettaglio raccordo di facciata alla copertina superiore Dettaglio raccordo cielino serramento D4 D5 Dettaglio raccordo di facciata a terra Dettaglio raccordo davanzale serramento D6 D7 Dettaglio da coordinare con progetto esecutivo ESTRATTO

ESTRATTO

7. 1 SEZIONE 419 7.1. 1. Informazioni generali . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 420 7.1. 2. Agganci in gronda. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 422 7.1. 3. Raccordi verticali. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 428 7.1. 4. Giunti trasversali in copertura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 434 7.1. 5. Giunti trasversali in parete. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 437 7.1. 6. Congiunzioni di aggraffatura. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 439 7.1. 7. Converse a corpi emergenti in copertura. . . . . . . . . . . . . . . . . . 440 7.1. 8. Raccordo tetto-parete. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 444 7.1. 9. Giunto verticale in parete aggraffata. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 445 7.1. 10. Collegamenti del bordo di facciata. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 446 7.1. 11. Raccordi parete-tetto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 448 7.1. 12. Raccordi parete-controsoffitto. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 453 7.1. 13. Copertina d’angolo. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 454 7.1. 14. Davanzale con piegatura su ambo i lati . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 455 Tracciamento e sviluppo costruttivo di dettaglio ESTRATTO

458 NORMATIVE DI RIFERIMENTO Norme tecniche per le costruzioni (NTC) UNI EN 1179 Zinco e leghe di zinco – Zinco primario UNI EN 988 Zinco e leghe di zinco – Prescrizioni per prodotti laminati piani per edilizia UNI EN 612 Canali di gronda con nervatura irrigidente frontale e pluviali giuntati a freddo di lamiera metallica UNI EN 12056-3 Sistemi di scarico funzionanti a gravità all'interno degli edif ici – Sistemi per l'evacuazione delle acque meteoriche, progettazione e calcolo UNI EN 1991-1-3 Eurocodice 1 – Azioni sulle strutture – Parte 1-3: Azioni in generale – Carichi da neve UNI EN 1991-1-4 Eurocodice 1 – Azioni sulle strutture – Parte 1-4: Azioni in generale – Azioni del vento UNI EN 1991-1-5 Eurocodice 1 – Azioni sulle strutture – Parte 1-5: Azioni in generale – Azioni termiche UNI EN 795 Dispositivi individuali per la protezione contro le cadute – Dispositivi di ancoraggio UNI EN 29454-1 Flussi per brasatura dolce UNI EN 29453 Leghe per brasatura dolce. Composizione chimica. UNI EN 13986 Pannelli a base di legno per l'utilizzo nelle costruzioni UNI 8178-1 Coperture – Parte 1: Analisi degli elementi e strati funzionali delle coperture discontinue UNI 11345 Attività di controllo per le fasi di progetto, esecuzione e gestione di coperture continue UNI 10372 Coperture discontinue – Istruzioni per la progettazione, l'esecuzione e la manutenzione di coperture realizzate con elementi metallici in lastre UNI 10724 Coperture – Sistemi di raccolta e smaltimento delle acque meteoriche – Istruzioni per la progettazione e l'esecuzione con elementi discontinui UNI 11470 Schermi e membrane traspiranti sintetiche UNI 11018 Rivestimenti e sistemi di ancoraggio per facciate ventilate a montaggio meccanico – Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione e la manutenzione ESTRATTO

459 INDICE DEI CONTENUTI INTRODUZIONE 03 Un trattato tecnico-scientifico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .03 Chi siamo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .05 Il valore del rivestimento metallico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 07 L’involucro edilizio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 09 Lo zinco-titanioin architettura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .11 Punti di forza di un rivestimento in zinco-titanio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Aspetti espressivi e compositivi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 Caratteristiche tecniche dello zinco-titanio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 Ecosostenibilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 17 Ambiti di applicazione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Settori di impiego . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 19 L’industria diventa manifattura: il progetto culturale Zintek . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .20 1 LO ZINTEK® 25 1.1 Dallo zinco allo zintek® 27 1.1. 1. La materia prima . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .29 1.1. 2. Scheda tecnica del prodotto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 1.1. 3. La filiera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .34 1.1. 4. Fornitura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 1.1. 5. Aspetto superficiale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38 1.1. 6. Comportamento . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39 1.1. 7. Resistenza alla corrosione . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40 1.1. 8. Lavorabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42 1.1. 9. Saldabilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .42 1.1. 10. Ecologia e sostenibilità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43 1.1. 11. Trasporto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .43 1.1. 12. Stoccaggio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 44 1.1. 13. Piegatura e profilatura . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 45 1.1. 14. Laminato tipo ZC per accessori in lattoneria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 49 1.1. 15. Certificazioni di prodotto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .50 1.1. 16. La stratificazione dell’involucro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .56 ESTRATTO

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