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economico grazie al MUSE, museo fra i più visitati d’Europa prima della pandemia, aggiungendo l’offerta culturale al​la lista di elementi che fanno de Le Albere un caso esemplare di “comfort” urbano contemporaneo (Le Albere è protagonista del servizio visuale alle pagine 36–47). Se il fruitore è al centro dei progetti, cambia inevitabilmente il modo di immaginare e costruire gli edifici pubblici. A Madrid, Foster + Partners sta ristrutturando un fabbricato industriale del primo Novecento: una nuova strutturadi legno sostieneun sistema di terrazze affacciate sullo spazio a tutta altezza della navata, mentre la ventilazione è garantita anche dal lungo lucernario centrale; attorno al palazzo, battezzato Ombú 6, un parco aperto al pubblico che arriverà fino alla vicina stazione della metropolitana. Nel Davines Village a Parma, Matteo Thun e Luca Colombo creano un continuum tra gli uffici e le vaste aree piantumate delle corti usando la massima trasparenza architettonica e riprendendo il modello del borgo di campagna, declinato però con materiali contemporanei come lo zinco-titanio zintek®. L’attenzione al BENESSERE delle persone diventa essenziale negli ospedali, dove i degenti vivono una condizione di particolare fragilità. Il San Luca, sede milanese dell’Istituto Auxologico Italiano, è stato concepito da Tobia Marcotti per offrire un’assistenza completa: lo “scudo” in zintek® difende dalle aggressioni esterne, mentre all’interno i colori chiari, i materiali ecologici e l’illuminazione naturale contribuiscono a creare un clima di serenità. Il focus sui materiali e l’illuminazione è centrale anche in recenti complessi scolastici come la Scuola Novalis (alla quale abbiamo dedicato il longform alle pagine 26–35). L’architettura partecipativa ha ottenuto l’imprimatur della Fondazione per l’Architettura / Torino, che ha cambiato appositamente format e nome al proprio festival: nella sua prima edizione, Bottom up! ha selezionato tredici interventi di rigenerazione urbana presentati dai residenti, affiancati da architetti, in grado di portare un miglioramento nella vita dei quartieri. La sistemazione di strutture, piazze, giardini, cortili è in corso, finanziata da crowdfunding e donazioni. Un procedimento simile è alla base della trasformazione della piazza principale di Hamar, in Norvegia, firmata da Ecosistema Urbano: un’iniziativa pionieristica nata dal confronto di idee, esigenze, proposte in grado di reinventare lo spazio urbano e di renderlo accessibile a tutti grazie a una sorprendente commistione di funzioni. Il lavoro è tra i finalisti della Biennale spagnola di Architettura e Urbanistica. I riconoscimenti, si è già detto, sono un termometro delle tendenze attuali: la decima edizione della Biennale Internazionale di Architettura Barbara Cappochin (alle pagine 16–25 l’intervista con il presidente della fondazione organizzatrice, Giuseppe Cappochin) ha premiato progetti attenti al rapporto fra nuove costruzioni e realtà esistenti, come il vincitore 1507 Clos PachemWinery di HARQUITECTES, che ha curato l’inserimento di una moderna cantina in un contesto edilizio storico e “racconta il binomio tra design e sostenibilità, tra processi di vinifiPagina precedente: la Town House dell’Università di Kingston, in Inghilterra, è stata progettata da Farrell e McNamara per fungere da porta d’ingresso al campus universitario di Penrhyn Road. L’edificio comprende un centro di formazione, una scuola di danza, un cortile coperto e un caffè. Foto di Ed Reeve. ARCHITYPES 12 ESTRATTO

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